Che fascino la gara dei tigrotti prevista per oggi. Alle 18,30 di un martedi di fine Ottobre, con una squadra non di così grande blasone. Situazione figlia dello scimmiottamento delle categorie superiori che ha reso la serie C un prodotto televisivo ( di dubbio valore,) che comanda, decide e pianifica togliendo ai tifosi i soliti punti di riferimento, scoraggiandoli nell’andare allo stadio.
La trovata del Venerdì sera ha portato a staccare 677 tickets con 7 pentiti che non sono nemmeno “transistati”. Tenendo conto che c’erano un pugno di tifosi da Trento, il risultato rilevato ai botteghini di Busto è stato una delusione nella delusione. Già ne vengono pochi di suo, di Venerdì ne vengono ancora meno, ma tanto, chissenefrega, se ne stiano a casa, così nemmeno rompono l’anima per i posteggi che mancano, l’altoparlante sordo, le poltroncine sporche e l’acqua minerale che è solo naturale al bar, ma mai frizzante.
Il turno dei tigrotti è dei più semplici, lo dice la classifica di un derelitto Arzignano. Poi, però, guardi i numeri e scopri che si affronteranno la peggior difesa della categoria, ossia quella dell’Arzignano e il peggior attacco, ossia quello della Pro Patria. Lo zero a zero potrebbe essere il risultato più atteso, ma i tifosi si ribellano solo all’idea. Basta pareggi, please!
Mister Colombo fa sapere di aver recuperato anche chi non si aspettava di recuperare e questo induce all’ottimismo. In particolare, ci si riferiva a Mallamo, un talento frenato da frequenti ricadute di guai muscolari che, al pari di tanti altri, vanno e vengono dall’infermeria con frequenza fin troppo elevata. Dopo le ultime prestazioni part -time l’aspettativa è di giocare finalmente una partita intera, senza regalare un tempo agli avversari con formazioni creative che sfiorano l’autolesionismo. La Pro Patria tecnicamente è più forte dell’Arzignano, su questo non ci sono dubbi, lo deve essere anche nella testa, lasciando perdere le solite paure pre gara che spesso ingigantiscono i nani fino a farli sentire giganti. Il famoso passo in avanti che la squadra è chiamata a fare è più mentale che fisico o tecnico. Troppe volte si è avvertita timidizza, paura di osare, senso di rinuncia all’incerto per il certo, anche con squadre non trascendentali. E’ il momento di imporsi con forza, autorevolezza e convinzione, visto che l’avversario di oggi è davvero abbordabile.
Flavio Vergani