Ore 17,30, la grande battaglia! Davide contro Golia. La storia dice che ha vinto Davide. Il Vicenza è Golia, un soldato che la storia dice fosse alto tre metri, armato di una corazza da 50 kg e una lancia con la punta dal peso di 5 kg. Davide è la Pro Patria, un pastore abituato a combattere con gli orsi che gli insidiavano le pecore. Davide getta a terra le armi fornitegli perchè impacciato con ciò che non consoce e mai ha usato, usa sassi lisci, quelli che da sempre sono il suo giaciglio nei pascoli. Abbatte Golia con i sassi e con la spada dello stesso lo uccide mozzandogli la testa.
I tigrotti dovranno utilizzare le armi di Davide, quelle che conoscono, che non sono la potenza devastante dei soldi che i vicentini possono vantare, ma il cuore, la grinta, la strategia, la resilienza, la voglia di soffrire. Chiamasi voglia di vincere, o solo di perdere con onore, con dignità, con la certezza di aver utilizzato tutti i sassi piatti di Davide. E’ una Pro Patria che deve uscire con forza dei confini di bassa stima che da sempre sembrano attanagliare questa squadra che ha dato solo cenni di quello che potrebbe essere ma non è. Una cortocircuito motivazionale non aiutato dalla “garra” del suo allenatore, troppo giovane, troppo inesperto e caratterialmente troppo un bravo ragazzo per incidere su questo aspetto. Serve il metodo Conte e non il metodo Fonseca che, in mancanza dell contributo dell’allenatore, poterebbe e dovrebbe essere garantito da una società alla “Lotito”, alla” De Laurentis”, mentre invece persiste e si avverte una lontananza del board che comincia a diventare problematica. Demotivante invece di motivante.
Serve una firma alla Tramezzani, serve non pensare alla differenza di budget, alla differenza di punti, ma solo scendere in campo e mentalmente aggredire gli avversari fin da prima del fischio iniziale ballando la “Haka”degli All Blacks. Mostrare muscoli e determinazione ai vicentini la cui psiche potrebbe essere inquinata dalla certezza di una gita fuori porta, di una domenica semplice, la famosa certezza di Golia.
Il futuro passa dal presente, la situazione è grave, ma non irrimediabile, serve una scintilla per infiammare la squadra, il pubblico, l’ambiente in generale caduto in depressione dalla scadenza della kasko Turotti, uno che nelle domenica della trasformazione dell’acqua in vino nelle nozze di Cana, potrebbe ritrovare la sua magia del passato e trasformare una partita difficile in un trionfo che possa spingere i tigrotti oltre le loro paure. Questa squadra è prigioniera di una ragnatela che ha costruito da sola. Si è incartata in un mondo di incertezze, di paure, di mancate conferme del passato, senza trovare la forza di guardare negli occhi nemmeno l’Arzignano. Oggi, bisognerà alzare lo sguardo e con gli occhi iniettati di sangue guardare negli occhi al Vicenza. Senza paure, con coraggio, grinta e voglia di stupire. Uan sfida difficile, ma possibile. C’è il vantaggio di non avere niente da perdere, sfruttatelo! Credeteci!
Da lassù, vi aiutera il Giorgio Giacomelli che, appena arrivato in paradiso, ha mandato una mail a uno Potente chiedendogli di guardare giù e aiutare la Pro Patria. Fatelo per lui!
Flavio Vergani