La serie C da sempre insegue un sogno. Quello di far credere di essere un calcio professionistico con la C maiuscola, ossia paragonabile a quello di serie A e serie B. Tentativo nel passato fallito proprio a causa dei molti fallimenti registrati che non facevano pensare ad un calcio così sano e fiorente. Poi, ecco arrivare le rose lunghe, i nomi sulle maglie i seggiolini ( spesso vuoti) negli stadi, i turni infrasettimanali, gli orari assurdi, i tornelli, le tessere del tifoso, le dirette televisive, insomma un tentativo di confondere i tifosi, facendogli credere che questo sgangherato calcio nel quale chi ha soldi vive di sogni e chi no vive di squadre imbottite di giovani, che spariscono (molti) dal panorama professionsitico appena smettono di dare contributi alle società.
Una serie C che contempla nella sua anima la vecchia serie C2 valorizzata dalla partecipazione ai playoff di squadre che si trovano un passo oltre i playout e che vengono, prima premiate dalla partecipazione agli spareggi per la serie B e poipenalizzate da un regolamento che scrive per loro una sentenza certa. Ossia, fuori dopo il primo turno, massimo al secondo. Un contentino per dire che la serie C è una e unica, tanto che partecipano ai playoff anche squadre di piccoli paesi o con poche risorse. Palle! In serie B va chi spende una fortuna, le altre lottano per il niente o quasi, ammesso che non retrocedano.
Detto questo, il tentativo di imitazione crolla quando il giocatore del Lecco Artur Ionita, nella settimana di sosta del calcio con la C maiuscola riposa per gli impegni delle nazionali, viene convocato dalla Moldavia e quindi salterà la partita con la Pro Patria. Sfida che non potrà giocare nemmeno Jan Zuberek, convocato dalla Polonia under 20. Vi sembra normale che una squadra perda due giocatori per le convocazioni delle nazionali, quando i campionati professionistici si fermano proprio per evitare questo? Davvero ridicolo! Il sogno di essere come il calcio di serie superiore anche questa volta è fallito. Il precedente delle squadre Under 23, tipo Juventus, che proponevano formazioni strong o weak in base alle richieste della prima squadra viene superato da questo scimmiottamento fallito. La serie C è la serie C, punto e stop, il resto pure illusione.
Flavio Vergani