Nel corrente periodo del consueto vuoto agonistico mi permetto per una volta di muovermi tra ironia e critica. A questo proposito mi sono immaginato il dialogo tra un tifoso e la propria compagna di vita nei primi giorni di maggio alla conclusione della stagione regolare : – Lei – a che ora gioca la PRO e quindi a che ora rientri per non fare freddare la cena ?
– Lui – non ti ricordi che in assenza di play-off o appendici negative il campionato per noi é già terminato e quindi tesoro se hai qualche esigenza organizzativa sono a tua disposizione: non sei contenta?
– Lei – si ma da profana ritengo questa anticipata chiusura semplicemente assurda perché mi ha negato la tua presenza quando forse mi era più utile e necessaria durante i mesi invernali: quindi grazie di essere libero per le mie esigenze ma in questi momenti avevo organizzato qualche uscita con un gruppo di amiche per un aperitivo con pranzo annesso al lago
– Lui – pazienza mi preparo qualcosa per un frugale spuntino e poi farò zapping con il telecomando per cercare qualche motivazione che abbia interesse personale o in alternativa cercherò di inventare pseudo attività casalinghe ad oggi trascurate o inventario di oggetti che forse avrebbero come logico destino un viaggio solo andata per la discarica.
Questo il disagio virtuale per il tifoso biancoblù derivato da quanto conseguenza di un calendario che la federazione programma metodicamente in modo cervellotico e moderatamente irrazionale, considerando la tipologia di eventuali impegni collaterali (coppa italia e ulteriori appendici di play-off e play-out) che certamente non giustificano il termine così anticipato della stagione regolare.
Questo a mio avviso é il risultato della scarsa rilevanza che noi tifosi abbiamo agli occhi degli organi decisionali della federazione dove, al contrario, i palinsesti televisivi sono determinanti nello stabilire orari e date anche compresse nel tempo degli eventi onde essere garantiti , in termini di adesione ad abbonamenti e sponsorizzazioni, dimenticando che lo sport in genere ed il calcio in particolare riveste una valenza differente tra essere vissuto in modo asettico e sicuramente comodo davanti ad un 55 pollici anziché forse sofferto incapsulato in scomodi seggiolini per anoressici, con arti inferiori destinati alla temporanea incapacità a deambulare dopo difficile costrizione ma con il calore della partecipazione emotiva e coinvolgente per essere, a nostro modo, componente attiva dell’evento.
La realtà tuttavia non può essere modificata dalle evidenti critiche del tifoso praticante gli spalti dello stadio e quindi la nostra veste sarà sempre quella di rappresentare una fauna in via di estinzione forse e destinata ad essere una anomalia storica in una dimensione di una categoria sproporzionata per numeri di partecipanti e costi troppo onerosi di gestione, dove solo l’entusiasmo per i propri colori e l’ostinazione personale per non arrendersi di fronte alle difficoltà oggettive di restare al comando di una iniziativa sportiva che meriterebbe la partecipazione attiva di una città intera, con il supporto fattivo delle istituzioni, garantisce la prosecuzione dello sviluppo di un progetto che ha le sue radici nella storia.
In questo panorama che non recita note di sfrenato ottimismo deve essere comunque inserito l’inizio dei lavori per l’allestimento del nuovo campo di allenamento in sintetico dopo un periodo di gestazione che storicamente, per opera strutturali, non prevede i classici 9 mesi e quindi la fiducia che per l’inizio del campionato possa essere agibile ha assunto margini di concretezza.
….per me in sintesi sempre una goccia nel mare in quanto reputo che una società professionistica che possa definirsi tale dovrà avere un giorno un centro sportivo dedicato per fornire un supporto operativo a tutta la struttura esistente senza dover elemosinare sedi di allenamento e gioco ad altre società.
“Spes ultima dea” recitavano qualche anno or sono…ma spero che la signora Spes non vada mai in ferie!!!
Parola di “Lupo”