La Pro Patria perde per zero tre con il Vicenza. Trattavasi di una partita che Mister Colombo aveva già a suo tempo classificato come “non sono queste le partite da vincere” e così l’ ha persa. Lasciamo perdere che non ha vinto nemmeno quelle da vincere perchè non è il momento per queste finezze. Il risultato è bugiardo? Si. La Pro Patria pre sostituzioni ha giocato una gara apprezzabile per l’impegno e non ha sfigurato contro i quotati avversari. Tre reti al passivo sono troppe. Chi ha fatto la differenza? Senza dubbio l’organico degli ospiti che costa dieci volte quello della Pro Patria, ma anche il portiere Rovida che ha subito tre goal da tiri provenienti dalla casa del custode, senza che ne abbia intercettato uno che uno. Sembrava miope, visti i tempi di risposta alla partenza del tiro. Poi, che non ci fosse filtro lasciando il tiratore con ampio spazio per colpire ( Mehic, Mallamo, Nicco, dove eravate?), è un altro discorso, ma un portiere che molti a Busto (sovra)stimano non può farsi trovare impreparato per tre volte di fila. Poi, il colpo da maestro di Mister Colombo che riusciva nell’impresa di indebolire la squadra con i cambi, facendo dimenticare il bel primo tempo e inizio del secondo, con un finale fantascientifico. L’allenatore biancoblu forse non si è ancora reso conto che la Pro Patria non solo non ha una panchina corta, quasi inesistente, ma anche una squadra corta, ossia gli undici che scendono in campo fanno fatica a presentare una qualità minima accettabile. Pensare che Beretta, autore di una partita positiva, possa essere richiamato in panchina per Toci o per Curatolo pensando di migliorare il peso dell’attacco è da inguaribili ottimisti. Pensare che togliere Nicco, non autore di una gara indimenticabile, ma comunque nemmeno così negativa per inserire un Palazzi disastroso che ha sbagliato di tutto e di più senza neppure avere l’atteggiamento da tigrotto, è una colpa grave dell’allenatore. Un errore recidivo che questo allenatore commette da sempre. Un finale con difesa a quattro, un attacco leggero composto da Curatolo e Toci contro la miglior difesa del torneo, un centrocampo con un Palazzi che dovrebbe farsi da parte spontaneamente, visti i molti infortuni prima e le prestazioni pessime dopo, hanno completamente stravolto gli equilibri della squadra che ha perso geometricità a favore di una inguardabile entropia tattica. Si è perso il filo del gioco e si è subito il terzo goal dal solito rilancio di 4o metri che pesca l’attaccante libero, un film già visto, ma che ben tre allenatori seduti in panchina come Colombo, Fietta e Le Noci non sono riusciti a correggere. Evidentemente serve il quarto! Il famoso lavoro settimanale continua a non produrre punti e goal e ci si chiede se chi ha la responsabilità tecnica di questa squadra se ne sia reso conto. Come ci si chiede che tipo di strategia sta seguendo Patrizia Testa, le solite parole sulla volontà di salvarsi devono essere seguite dai fatti, ossia da acquisti sul mercato immediati e di qualità. Illudere i tifosi con il famoso regalo di Natale che, non solo tarda ad arrivare, ma che si sta rivelando una pura illusione, andrebbe spiegato uscendo da un colpevole silenzio. Dov’è il regalo di Natale se nemmeno si è riusciti ad acquistare un attaccante? Quanto dovranno ancora attendere i tifosi per sapere come la società intende tentare di salvarsi? Con quali mezzi? Con quali scelte? Fatte da chi? Si smentiscono l’arrivo degli americani, quasi che qualcuno a Busto fosse così fesso da averci creduto, ma alla Presidente si è sempre creduto fino in fondo, per cui, il famoso regalo è stato annunciato da lei e non dagli americani? Quando arriva? Oppure, il regalo è da intendersi la serie D? Se così fosse…no grazie Presidente!
Flavio Vergani