Ennesimo pareggio, l’ottavo in tredici partite per la Pro Patria che impatta a reti bianchi con il fanalino di coda Triestina. Chi pensava che dopo la partitaccia del turno precedente con l’Arzignano, in campo sarebbe arrivata una reazione di orgoglio si è sbagliato per l’ennesima volta. La Pro Patria ha giocato un soporifero primo tempo per poi migliorare nel secondo tempo, ma senza mai dare l’impressione di poter cambiare marcia e vincere la partita. Qualche occasione da rete si è vista, ma il modo con le quali sono state sprecate a volte è stato imbarazzante. In campo ci sono 8 under, 5 portano soldi alle casse societarie, uno non conta perchè straniero, gli altri due evidentemente vincono la concorrenza dei seniors, vere delusioni della campagna acquisti di quest’ anno.
La scommesa Lombardoni è stata persa da subito, piange l’assicuratore che paga lo stipendio, ma piangono anche i tifosi che speravano di ritrovare il beniamino di sempre, Palazzi è in infermeria una volta si e un’altra pure, Terrani è la fotocopia in bianco e nero di quello che è stato. Beretta è in campo ma è un uomo solo contro l’intera difesa e di più non può fare, a centrocampo Mehic è impalpabile, Mallamo non incide e il solo Nicco non può bastare per fare argine e rilanciare il gioco. La difesa fa il suo con il sempre positivo Alcibiade, vero colpaccio del mercato che non bilancia gli altri errori sopracitati.
Mister Colombo non riesce a trasmettere alla squadra quella determinazione, quella grinta e quella voglia che lo hanno contraddistinto da giocatore, ma manca anche una fase offensiva organizzata. Il gioco della Pro Patria è didattico ed elementare, basato sui cross degli esterni o su qualche invenzione di Pitou. Mai che si vede un possesso palla costruttivo in grado di aprire varchi e servire gli attaccanti. Mai si vede uno schema in grado di liberare un uomo al tiro da fuori area. Non si percepisce mai una finalizzazione generata da schemi consolidati, provati e riprovati, ma solo casualità, seconde palle intercettate con ripartenze spesso vanificate da lanci lunghi spesso imprecisi. Manca la mano dell’allenatore in questa squadra, sia a livello motivazionale, sia a livello di interpretazione tattica del modulo che è sterile sia come finalizzazione, sia come qualità del gioco. Nella settimana appena trascorsa qualche tifoso ha fatto notare che la Pro Patria sta viaggiando in perfetta media salvezza, non ci risulta. Quattordici punti in tredici partite proiettano un finale a 40 punti. Lo scorso anno la prima salva ( Arzignano) ha raggiunto i 44 punti. La Pro Patria ha viaggiato a 1,2 punti a partita, oggi siamo a 1,07 punti a partita. Fare peggio dello scorso anno, quando non si giocò un intero girone e gran parte di quello di ritorno sarebbe davvero da guiness dei primati negativi. Poi, però, l’analisi ristretta allo stesso periodo dello scorso anno, restituisce una mezza notizia positiva. Quanti punti aveva la Pro Patria lo scorso anno dopo 13 giornate? Ne aveva 12. Quest’anno? Ne ha 14, meglio dello scorso anno, per cui, se non è zuppa è pan bagnato e alla fine la salvezza non un miraggio.
Flavio Vergani
Pro Patria (3-5-2): Rovida; Bashi, Alcibiade, Sassaro; Somma, Mehic (37′ st Citterio), Nicco, Mallamo (18′ st Ferri), Piran; Beretta (33′ st Toci), Pitou (33′ st Terrani). A disposizione: Pratelli, Reggiori, Curatolo, Frattini, Piran, Ferrario, Miculi, Cavalli. Allenatore: Colombo.
Triestina (4-3-1-2): Roos; Germano, Bianconi, Frare, Bijleveld; Braima (18′ st Vallocchia), Correia, Attys; D’Urso (18′ st Kiyine); Vertainen (18′ st El Azrak), Krollis. A disposizione: Diakite, Mutavcic, Moretti, Vicario, Struna, Jonsson, Tonetto, Baricchio, Voca, Pavlev. Allenatore: Clotet.