Per far rima con Cerignola e Gorgonzola, dobbiamo chiamarci Bustorola?

Trova la differenza

Cerignola è una città pugliese con poco più di 50 mila abitanti. Gorgonzola è una città lombarda con poco più di 20 mila abitanti.

L’ Audace Cerignola è prima in classifica nel girone C della serie C, mentre la Giana Erminio di Gorgonzola ha appena ottenuto la qualificazione alla finale di Coppa Italia di serie C.

Mantova è una città lombarda con circa 50 mila abitanti e Carrara, città toscana con uguali 50 mila di abitanti, hanno recentemente ottenuto la promozione in serie B.

Busto Arsizio è una città lombarda con più di 80 mila abitanti.

La Pro Patria, squadra di Busto Arsizio, ha recentemente ottenuto il penultimo posto nel girone A di serie C.

Trova la differenza, ci verrebbe da dire. Imprese riuscite a squadre non appartenenti alla solita elite che può disporre di mezzi potenzialmente non paragonabili.

Il Top Player ce l’abbiamo noi, ma vincono gli altri

Eppure, è cosa nota che, a parte l’inciampo di quest’anno, la Pro Patria ha in casa un top player tra i direttori sportivi, ossia quel Turotti che ha realizzato negli anni vere e proprio magie. Cosa manca allora per il salto di qualità? Perché a Busto ci si deve accontentare di esultare solo ed unicamente per il successo degli altri? Ossia, sentirsi orgogliosi solo perché Gatti è volato in serie A, o per la cifra record incassata dall’Atalanta per la vendita di Latte Lath, o fare i fuochi di artificio per la carriera di Pierozzi o Caprile? E’ questo il massimo che Busto può permettersi?  Fossero almeno successi di calciatori del nostro settore giovanile l’orgoglio potrebbe essere diversamente avvertito, ma il nostro settore giovanile quanti giovani ha prodotto nell’ultimo decennio con prospettive importanti? L’unico, Zanaboni, nemmeno mai visto in prima squadra, dopo le frettolose cessioni al Bari e al Monza.

La trappola della convinta rassegnazione

Gli esempi sopra citati sono utili per tenere alta l’autostima e non cadere nella trappola della rassegnazione automatica che in questi anni ha pervaso la tifoseria. Vero che intorno a Busto le altre società sono sparite, o quasi, ma non può bastare il solito detto : è morto il Re…viva la Regina. Se è vero che Varese, Legnano e Solbiatese sono spariti, per “par conditio” analitico serve dire che l’Audace Cerignola vive e vince e la Giana pure.

Meglio piuttosto che niente…ma non sempre e comunque

Il “mood”degli ultimi anni è stato quello del meglio piuttosto che niente, che è vero, ma non può e non deve chiudere gli occhi verso realtà virtuose che rappresentano città non così diverse da Busto, in grado di alzare l’asticella anno dopo anno e saltarla in alcune occasioni.

L’occasione persa Nicolò Ramella

L’ultimo decennio ha regalato ai tifosi bustocchi una bellissima promozione, poi un assestamento che non ha prodotto il decollo. Si è persa l’occasione di sfruttare la piena potenzialità di Turotti utilizzando il suo potenziale non per decollare, ma frequentare la pista di decollo senza staccare i piedi da terra. Si è persa l’occasione Nicolò Ramella, un driver che avrebbe potuto dare una dimensione diversa all’area marketing -comunicativa. Si sono aperte troppe porte in uscita e chiuse troppe porte in entrata giustificando il tutto con il vittimismo cronico, il pessimismo coltivato, il costante ricorso al non posso, ma vorrei, ambientato in uno scenario reso inquietante da quello che è successo ai confinanti, senza allargare lo sguardo su quello che succedeva ai non confinanti ma di pari potenzialità.

L’importanza dell’ up-date

Se un software o un firewall non viene aggiornato, senza che te ne accorgi non funziona più, anche se rimani convinto che è nuovo di pacca. Un pericolo della nostra era che sta evolvendo in alcuni settori in modo davvero intenso. Il calcio è uno di questi settori. La competizione non ammette giustificazioni, o puoi permetterti di viverlo da protagonista o sei destinato all’oblio. Pensare di sopravvivere è la strategia più errata. Servono aggiornamenti continui non focalizzati solo sulla parte tecnica, ma di struttura. Il campo in sintetico, lungamente inseguito, non cambia la realtà in senso generale se non si potenziano ambiti collaterali come comunicazione, marketing, partenership e ingaggio sociale del territorio. Trattasi non di spese, non di costi, ma di investimenti il cui ritorno è determinante per lo sviluppo organico della società. Sviluppo organico e non sostentamento forzoso che alla fine fiacca anche il più generoso dei presidenti.

La curva di performance: dopo il picco, solo flessi

La curva dei risultati della Pro Patria parla chiaro e certifica quanto detto sopra, la promozione è stato il picco della performance, poi i playoff, poi una salvezza presa per i capelli, ora una possibile e probabile retrocessione. Un’involuzione osservata e accettata nel tempo che ha allontanato la Pro Patria dal sogno di Cerignola.

Sul binario in attesa di un nuovo treno e di una nuova destinazione

Ora, sembra che il treno sia a fine corsa, in attesa che un nuovo equipaggio lo possa fare ripartire. Su che binario e con quale destinazione lo sapremo solo quando saranno noti i nomi di questo equipaggio che ha già fatto sapere di avere in testa la parola “ambizione”. Si sa solo il nome del capotreno, che però fa un altro mestiere.

Da capire se l’ambizione dovrà essere declinata come un ritorno immediato in serie C, oppure se farà rima con Cerignola e Gorgonzola.

Chiamiamoci Bustorola

Se quel che manca a Busto è solo la desinazione “ola” che fa rima con Gorgonzola e Cerignola, siamo pronti a chiamarci Bustorola!

Flavio Vergani

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