L’attacco non attacca, l’altoparlante non parla e l’erba non cresce

Ormai non è una novità l’esordio perdente della Pro Patria. Succede 10 volte su 13, ossia sempre. Un segno del destino che se servisse per arrivare alla salvezza, come sempre accaduto, accettiamo senza problemi.

Tuttavia, la preoccupazione tra i tifosi è avvertibile, soprattutto per quella fase offensiva che ha finora prodotto una rete in tre partite. Rete peraltro regalata da un clamoroso assist a Pitou da parte di un difensore della Pergolettese.

Si fa in fretta a dire che la colpa è degli attaccanti o della loro mancanza, ma la riflessione non può non considerare tutte le variabili incidenti.

Certamente i giocatori di qualità aiutano nel raggiungere l’obiettivo, ma serve anche altro. In particolare, la domanda che viene spontanea è la seguente: quante occasioni da rete ha avuto la Pro Patria nella gara con il Renate? Per occasioni da rete intendiamo aver messo un giocatore nella condizione di segnare. Mister Colombo, a fine gara, le ha identificate nelle rasoiate messe in area dagli esterni nella speranza di un “effetto flipper” che non si è mai verificato. Difficile, a nostro avviso, considerarle occasioni da rete. Tolte queste presunte occasione da rete, le altre, quelle vere sono pari a zero.

Da qui, si arriva alla seconda affermazione di Colombo che chiede più qualità negli ultimi sedici metri. Qualità che è difficile da misurare se non si dà la possibilità a chi gioca di esprimerla o non esprimerla. In sintesi, se vengono date palle goal agli attaccanti e questi le sbagliano,  allora si potrà dire le punte sono scarse, ma se devono inventarsi l’impossibile per tirare in porta il giudizio rimane in stand bye.

E’ compito di Mister Colombo trovare un gioco meno didattico e scolastico in fase offensiva per dare soluzioni vincenti agli attaccanti, sperare che arrivi l’attaccante da doppia cifra e lasciarlo solo in area di rigore marcato dai centrali di difesa o posteggiarlo a 30 metri di distanza, non può risolvere il problema. Dopo il noviziato dello scorso anno, ci si attende dal tecnico un deciso salto di qualità quanto a organizzazione del gioco e qualità dello stesso. La giusta riconoscenza che il popolo biancoblu gli ha riservato ha dato lui la protezione che altri tecnici non avrebbero avuto dopo il terribile girone di andata dello scorso anno e il deludentissimo finale di campionato.

Nonostante questo, è arrivata la conferma anche per quest’anno che però deve garantire un deciso upgrade di gioco e gestione del gruppo. Il tecnico è sempre generoso di complimenti verso i suoi calciatori, ma perdere due partite su tre, una in superiorità numerica, segnando una rete su assist degli avversari, non può essere un merito per nessuno che meriti di essere segnalato. D’accordo il lavorare bene e metterci l’impegno, ma anche le altre squadre lavorano bene e si impegnano, la differenza la fa la qualità dei giocatori, ma anche le scelte dell’allenatore, la tattica e la gestione della partita. Come scritto in sede di cronaca del match, il Renate non ha fatto molto di più della Pro Patria, ma ha creato una limpida azione da rete che ha fatto la differenza. Ne aveva fatta anche un’altra sventata da Somma, ma facciamo finta di classificarla anch’essa nell”effetto flipper”.

Tornando ai motivi per i quali gli attaccanti non hanno rifornimenti ottimali, detto che nessuno degli esterni in rosa ricorda vagamente la qualità e la corsa di Ndrecka, Pierozzi o Renault, l’analisi non può prescindere dalla valutazione del centrocampo che di propositivà ne ha mostrata davvero poca.

L’arrivo di Palazzi è stato giustamente salutato con un coro di approvazione, da capire se le presenze a singhiozzo dello scorso anno in una Pro Sesto retrocessa, siano state un caso. La sua assenza nella prima di campionato preoccupa sotto questo punto di vista. La conferma di Nicco, al pari di quella di Lombardoni, Somma e Curatolo, seppure per motivi diversi, ha lasciato perplesso più di un tifoso che ci ha bacchettato per il sei in pagella che abbiamo riservato al capitano. Detto che siamo nel campo della soggettività e detto che fino a che il fiato lo ha sorretto non ci sembra che la sua prestazione sia stata così negativa, diciamo anche che il Nicco dello scorso anno e di queste avvio di stagione non è quello che tutti abbiamo in mente. Però, gli anni passano per tutti per cui è lecita una flessione fisica, ma questo era cosa nota e visibile a tutti.

Ora, si attende l’arrivo di un attaccante importante, anche per la disponibilità del tesoretto arrivato dall’Entella per la cessione di Castelli e Ndrecka. Le aspettative sono alte vista la sterilità offensiva e visto il parco attaccanti risicato di cui dispone Mister Colombo.

Il mercato chiuderà venerdì a mezzanotte, dopo questa deadline saremo in grado di capire se si sarà deciso di investire tutto quanto arrivato dalle due illustri cessioni o se, vista la qualità media del girone e visto il risultato dello scorso anno, quando la Pro Patria si è salvata giocando una manciata di partite e dormito per un intero girone, ci si assuma il rischio di un downgrade di budget affrontando un rischio calcolato.

La sconfitta ha amareggiato più o meno 700 persone, ossia i presenti. Qualcuno era in ferie, altri sul divano, facciamo 800 persone. Gli abbonamenti non superano i 200 tagliandi emessi.

Dove vogliamo andare?

L’altoparlante nei distinti centrali non si sentiva, come avviene da anni senza che nessuno se ne preoccupi. Cosa vogliamo sentire?

Il campo dello “Speroni è in condizioni pessime, i più anziani si ricordano il prato verde del Nino Speroni e si mettono le mani nei capelli. Come è possibile un simile scempio? E, domenica gioca il Milan futuro, quello che ha pagato fior di quattrini per rimettere a posto il prato verde di Solbiate. L’erba del vicino è sempre più verde? Beh, sicuramente si…

Flavio Vergani

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