L’Alcione vuole diventare campione

Lasciamo ad Andrea Scalvi la presentazione tecnica dell’Alcione, mentre noi facciamo conoscenza con chi sta dietro le scrivanie e sta scrivendo un progetto ambizioso per portare in alto la società milanese.

Deus ex machina dell’Alcione sono i presienti Montini e Gallazzi. Il primo è nipote di Igino Monti, decano dei giornalisti di Legnano ed è proprietario dell’agenzia MP Management, nonchè investitore di RedBird Capital Partner, ossia della proprietà del Milan. Gallazzi è invece un imprenditore bolognese con un passato nel football americano. E’ stato capitano della nazionale italiana

Manager nel private equity, ha fondato a Londra il gruppo internaizonale SRI Group Global, attivo nel mondo finanziario ed è azionista della Banca del Fucino. La controllata Fucino Green è presieduta da Gabriele Gravina anche Presidente della Federazione italiana gioco calcio.

Tre i main sponsor che sostengono l’Alcione: ZTE colosso delle telecomunicaioni cinesi. ALL4soccer di Staff 3000 e la stessa Banca del Fucino della quale fa parte Gallazzi. Gallazzi è anche consigliere di Telecom, Media for Europe, Danieli, Boato Holding e Boato International, presidente di Bologna Sport Center, SRI Group Italia, Credit Adv e Kerimus, amministratore delegato di Bros Real Estate e amministratore unico di Incitatus.

Facile capire il motivo per il quale sono arrivati all’Alcione giocatori con ingaggi pesantissimi e contratti lunghissimi, la solidità economica è al momento garantita da manager di spicco che sembra abbiano deciso di puntare in alto.

Il progetto è chiaro, come afferma il Presidente Gallazzi:“Il progetto si ferma all’ultimo gradino del professionismo? «No, La Lega Pro è solo il primo passo. Lo sport professionistico si fa per vincere e una volta arrivati in C verrà abbastanza naturale parlare di serie B. Dovremo quindi fare un passo ulteriore per strutturarci ma quello diventerà il nuovo obiettivo. Per noi sarebbe la prima grande stella, quella dell’ingresso tra i professionisti. Ma questo come detto dovrà essere solo un punto di partenza”.

Il modello al quale si ispira è prettamente londinese, aggiunge il Presidente:” Noi siamo convinti che ci sia spazio per tutti perché a Milano c’è da sempre interesse per le eccellenze. L’Alcione, inoltre, è diversa da Inter e Milan perché non può contare su decine di migliaia di tifosi. Deve invece essere una società capitalizzata, come lo è, con una forza imprenditoriale propria e indipendente rispetto a quello che può essere il riscontro immediato per poter negli anni acquisire un proprio seguito. Noi puntiamo a un target giovane al liceale, universitaria, alla rete, alla dei giocatori stessi e delle loro famiglie. Noi abbiamo anche creato un brand che si chiama “Orange Generation che tutti i ragazzi portano sulle divise proprio per esprimere un modo di essere ovvero la volontà di diventare grandi giocatori ma pure uomini con valori che hanno determinate caratteristiche. Come Rovella, uscito dal nostro settore giovanile che quando viene a Milano non manca di passare a salutarci con orgoglio”

Alla Pro Patria il compito di rovinare la domenica all’Alcione di mister Cusatis con una prestazione grintosa da tigrotto per far vivere un giorno in Paradiso anche alla “classe operaia”.

Flavio Vergani

 

 

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