La distonia tra tecnico e giocatori
Siamo giunti al termine di una settimana pesantemente condizionata dal tragico evento che ha scosso gli animi di squadra e tifoseria e che ha confermato la perfetta distonia tra giocatori e guida tecnica in rapporto ai giudizi derivati dalla prestazione fornita nel confronto con la squadra capo classifica del girone e che ha evidenziato, come in altre occasioni, tutti i peggiori difetti riscontrati fino ad oggi compreso uno schieramento proposto in tale sede per il quale mi permetto di sollevare una critica al di là di ignorare le motivazioni delle scelte sia iniziali sia nella logica delle sostituzioni in corso d’opera.
Squadra fragile mentalmente e atleticamente
Una squadra sempre più fragile sia atleticamente sia mentalmente dove lo scontato vantaggio a favore degli avversari viene vissuto come evento ineluttabile e senza possibilità di essere recuperato e dove spesso la scarsa sincronia nei movimenti dei reparti apre strade troppo invitanti per i tentativi di attacco alla nostra difesa spesso non sufficientemente protetta da un centrocampo né pensante né filtrante con ripetute amnesie e spazi lasciati colpevolmente troppo praticabili senza possibilità di logiche interdizioni.
Verso la retrocessione
Stiamo celebrando un evento che non avrei mai voluto vivere ovvero quello del campionato, per quanto ci riguarda, dei record ovviamente terribilmente negativi lungo una china che potrà portare inesorabilmente alla retrocessione diretta a causa della differenza punti ormai dilatata prescindendo dalle dichiarazioni sbandierate da addetti ai lavori e società in merito alla ferma volontà di non pensare alla perdita della categoria che porterebbe alla certezza di dover ripartire da un dilettantismo con evidenti difficoltà di risorgere e tornare dove un simbolo storico merita di essere.
Un insulto alla memoria di chi ha indossato la nostra maglia
Stiamo insultando la memoria di tutti i personaggi che hanno onorato questa maglia con impegno e profondo senso di appartenenza e la severità di giudizio non é fine a sé stessa ma evidentemente figlia del riscontro di atteggiamenti ed eventi sotto gli occhi di tutti gli osservatori. La scelta sbagliata dell’allenatore non giustifica la rassegnazione e il disinteresse. Si può attraversare un momento difficile, derivato da scelte non corrette di assemblaggio in sede di costruzione con evidenti errori di valutazione e nomina di un tecnico, non all’altezza del ruolo, per facili sentimentalismi che nello sport in particolare devono essere banditi e non possono essere giustificati pena esiti penalizzanti, ma occorre in ogni caso dare un senso del percorso tentando almeno di dimostrare che quanto porterà al risultato, non é figlio di rassegnazione o disinteresse, ma derivato solo da reali differenze nel confronto con realtà più attrezzate dimostrando però sul campo che si é dato tutto per sovvertire un esito che ci vede soccombenti.
Il futuro è adesso
Quindi non é più il tempo di progetti ed azioni declinate con desinenze al futuro in quanto quello che forse é ancora possibile fare, rimediando in parte a quanto di sbagliato ha condotto a questa situazione, deve essere argomento di un OGGI senza possibilità di errori ulteriori onde condurci ad avere una unica univoca soluzione per ipotizzare almeno un tentativo di confronto per salvare la categoria.
Qualcuno tira a campare
L’analisi critica conduce altresì a considerare come aggravante una scarsa compattezza nel gruppo dove molti elementi stanno vivendo il momento attuale come una parentesi negativa del loro percorso professionale, aspettando solamente la data del termine contrattuale, al di là di quali saranno le sorti della Pro Patria e certi che il prossimo anno vestiranno una maglia diversa ed il ricordo di questa annata sarà solo un refuso nei pensieri da cancellare al più presto.
Riconoscenza dimenticata
La riconoscenza in questi ambiti sembra sia una caratteristica dimenticata (vedi Gatti e Caprile) e quindi non serve meravigliarsi per certi comportamenti , che sicuramente fanno molto male a noi tifosi avendo vissuto rapporti in passato con protagonisti (ndr Serafini -Tramezzani) che hanno fatto di questa maglia una ragione di vita.
Finalmente un allenatore realista
A chiosa voglio sottolineare, come unica nota positiva derivata dal cambio di direzione tecnica, la rinuncia a nuovi tentativi di acrobazie dialettiche e riferimenti ad argomenti proposti alla noia, che avevano ormai raggiunto limiti di indagine nel settore della psicanalisi con scontate ed ormai ammuffite confessioni su intenti futuri, mai giunti a compimento e rimaste come scartoffie ingiallite nel cassetto impolverato dei buoni propositi.
Parola di Lupo