Non ho potuto vedere dal vivo una partita del “GRANDE TORINO”, a tre’ anni ero un bambino e non ancora un giornalista sportivo, ma chissà cosa avrei fatto per farmi accreditare ed essere in tribuna stampa al Comunale di Busto Arsizio il 9 gennaio 1949 ,1a giornata di ritorno del Campionato di Serie A 1948/49 per commentare la partita che vedeva in campo capitan Valentino Mazzola e i granata affrontare la Pro Patria, sicuramente il capitano dei tigrotti, Angelo Turconi nel dopo partita mi avrebbe fatto conoscere da vicino il suo intimo amico Valentino.
La partita terminò 1-0 a favore del Torino con rete di Schubert, un giovane promettente che a distanza di soli quattro mesi il 4 maggio perì con tutti i compagni di squadra nello schianto di Superga, un destino crudele.
Cresciuto e dopo aver letto e sentito tante testimonianze su quello squadrone, a quindici anni studente, scappando da una gita in occasione di ITALIA 61, volendo conoscere da vicino il FILADELFIA, tempio calcistico granata che ha caratterizzato il “Grande Torino,” ci entrai emozionato sognando di vedere e cercare di commentare le incursioni di Grezar, e le reti di Ossola , i tackle di Ballarin, la grinta di Castigliano, e la classe di Menti, le parate di Bacigalupo, la potenza del tiro di Gabetto, e ulteriormente arricchire le giocate di Mazzola, la sua innata classe, il carisma.
Sono trascorsi settantacinque anni da quella maledetta domenica di maggio, quando, dopo una partita amichevole con il Benfica a Lisbona ,l’intera squadra del Torino salì sul trimotore Fiat G-21 CP per fare ritorno a Torino,e finì invece per schiantarsi contro i muraglioni di sostegno della Basilica di Superga, erano le 17:05 pioveva tirava un forte vento di libeccio e la visibilità era scarsissima.
Scomparve una squadra leggendaria , capace di dominare il calcio italiano e di conquistare grande prestigio internazionale.
Un lutto non solo per i tifosi granata , ma per l’intera Italia calcistica, il GRANDE TORINO era da tempo al di sopra del tifo campanilistico un orgoglio per tutti e il simbolo della rinascita di un Paese uscito distrutto dalla guerra, un inno all’impegno della gioventù e alla lealtà di un calcio più pulito e capace di unire anziche’ dividere.
Il GRANDE TORINO ha rappresentato il meglio dell’Italia calcistica e, dato che il calcio come sappiamo e’ lo specchio del Paese incarnava il meglio di un’Italia che aveva un gran bisogno di tornare a credere in se stessa al di là delle divisioni che erano costate tanti morti.
Significativo cosa scrisse il giorno dopo la tragedia Indro Montanelli “gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede”.
Il Torino a distanza di settantacinque anni vive e non a caso nel 2015 proprio il 4 Maggio la FIFA lo ha proclamata “giornata mondiale del calcio”.
Due saranno gli eventi commemorativi che il Torino Calcio attuerà, il primo indossando in occasione della partita di campionato col Bologna la maglia “SUPERGA 75″ispirata a quella indossata dagli Invincibili a forti tinte granata (ne sono state prodotte per la ricorrenza 750 da collezione) con nel retro collo la scritta “solo il fato li vinse” con un ricamo diretto,
Il secondo con il tradizionale pellegrinaggio della squadra a Superga con Alessandro Bongiorno al suo diciottesimo anno in maglia granata a leggere i nomi dei 31 caduti sotto la lapide per il il secondo anno consecutivo, lettura che da statuto spetterebbe al capitano Rodriguez ma ha ritenuto doveroso passare il testimone a Alessandro vero figlio del Filadelfia per far capire e vedere realmente cosa significa essere del Toro e appartenere a una storia e a una società diversa,
Anche il 107esimo GIRO D’ITALIA 2024 renderà omaggio al GRANDE TORINO in occasione della 1a tappa Venaria Reale-Torino con il passaggio della corsa rosa da Superga con nel colletto della maglia rosa la scritta “Solo il fato li vinse”.
Ottavio Tognola