Il deludente pareggio interno con la Triestina fa perdurare le insoddisfazioni dei tifosi peraltro già manifestate nella scorsa settimana con decisione. Una situazione che per la maggioranza è figlia della guida tecnica non in grado di sviluppare l’intero potenziale di una rosa che per qualche supporter varrebbe il quinto posto. Un modo diverso per responsabilizzare Mister Colombo, visto che se la rosa è da quinto posto, ma la squadra è ben lontana da quella posizione, significa che chi la guida non l’ha valorizzata.
Ci sono state anche delle difese del tecnico, a nostro avviso deboli nei contenuti e nella contestualizzazione, mentre riteniamo che altri difese ci siano, ma non siano state condivise. In questo “pro”cesso del Lunedì, che richiama le feroci discussioni biscardiane, cerchiamo di mettere sul tavolo accuse e critiche, ma anche difese un po’ più solide per la guida tecnica.
La difesa d’ufficio
La debole e fragile difesa dell’allenatore è stata improntata al fatto che la squadra sta tenendo una media salvezza soddisfacente e che la Pro Patria ha perso ad Arzignano dopo una striscia di risultati positivi. Sulla media salvezza considerata sull’intero periodo del campionato non ci siamo, 1,07 punti a partita proiettano un finale in zona playout. Corretto invece l’analisi sul periodo parziale della stagione attuale verso lo stesso periodo di riferimento dello scorso torneo. La Pro Patria attuale ha un paio di punti in più dello scorso anno. Per cui, se la squadra si è salvata lo scorso anno, lo può fare anche quest’anno, ma non si tratta di media salvezza, ma di analisi comparativa basata sulla speranza che quest’anno possa succedere quanto accaduto lo scorso anno a Gennaio. Quanto alla striscia positiva il pareggio nel calcio dei tre punti è sempre una mezza sconfitta.
La difesa gioca con le con le figurine Panini
Che tempi! Ve li ricordate? Ce l’ho…ce l’ho…doppia…manca. La difesa, a nostro avviso più solida parte da qui e dipende da quanti scambi di figurine accettereste tra quelli proposti.
Scambiereste Beretta per Castelli ( con 8 giornate di gioco in meno per il primo)? Toci per Parker? Cavalli per Saporetti? Palazzi per Bertoni? Alcibiade per Moretti?Terrani per Stanzani? Vaglica per Renault ( quello dello scorso anno)? Renault ( quello in rosa) per Ndrecka? Nessuno per Fietta?
Se le risposte fossere tutti si, allora non ci sarebbe un elemento a favore del Mister, se le risposte fossero un po’ e un po’ la difesa prenderebbe consistenza, se fossero più i no, allora la difesa diventerebbe di ferro. A occhio, crediamo che ci siano molti no e pochi si. Altra domanda, ma le figurine introvabili, come quella di Castelli è stata ben pagata, dove sono le figurine in cambio? E Fietta? Non era il famoso jolly che tutti inseguivano nelle raccolte? Chi è il nuovo jolly?
Il pubblico ministero
Le accuse sono note: formazioni sbagliate, turnover poco produttivo, frequenti cambi di formazione e modulo, poca cazzimma. Storie di tutti i giorni per gli allenatori di squadre che non vanno come dovrebbero. Niente di nuovo su questi schermi. Quello che però, sempre a nostro avviso, è anche da migliorare riguarda la comunicazione, che spesso è urticante per i tifosi. Di fronte a prestazioni non eccezionali si dovrebbe evitare di giustificare sempre e comunque la squadra protagonista a suo dire di “buone prestazioni” per poi concludere il pensiero con giustificazioni che appaiono per chi le dice come dei dettagli, ma che pesano come macigni per chi lo ascolta. Un esempio? Ieri è stato detto che a questa Pro Patria mancherebbero quattro o cinque goals che avrebbero portato quei cinque o sei punti in più con beneficio sulla classifica. Un’affermazione fatta con grande naturalezza per spiegare un dettaglio che non ha fatto la differenza. In realtà, non manca il dettaglio…manca la differenza. Infatti, se come dice Colombo, c’è massima attenzione ai numeri che sono la vera fotografia della realtà, non gli sarà sfuggito che se mancano 5 goals su 9 fatti significa che manca il 55%. Per completezza di analisi serve anche dire che goal che non mancano,ossia quelli fatti, arrivano da palle ferme, rigori e persino in fuorigioco ( Padova), questo per dire che il problema è radicato nel dna della squadra e non legato alla casualità e al fato
Se mancano 5 punti su 14 effettivi, manca il 35%. La tesi non è sbrigabile come se le mancanze fossero dettagli dovute a una casuale ruota della fortuna girata male, ma trattasi di pesanti basse performance che hanno generato questa realtà. Come si può affermare che mancano 5 goal ad una squadra che ne ha fatti 9? Non mancano per caso, mancano perchè la fase offensiva/ potenziale dei giocatori in rosa non ha saputo produrre quel che manca. Trattasi di una conseguenza e non di una casualità
Anche l’invito ai tifosi ad assistere agli allenamenti per toccare con mano la cazzimma trasmessa ai giocatori è parso fuori luogo. Nessuno ha mai pensato che la squadra si alleni poco o male, qualcuno ha messo nel mirino la preparazione atletica, ma questo è un altro discorso. La valutazione i tifosi la fanno durante le partite perchè è lì che ci sono i punti in gioco. Sinceramente, mai si è vista una squadra assatanata, opprimente sui portatori di palla, votata al sacrificio, non paga del risultato, ma spesso si è vista una squadra che si è accontentata del pareggio. Basta pensare alle partite con Caldiero e Arzignano per sfidare chiunque ad affermare il contrario. Se poi in allenamento tutto questa avviene, detto fra noi , ma chissenefrega! Quello che si vorrebbe vedere è un’altra grinta e più mano dell’allenatore sul modo di giocare e di imporre il proprio credo. Per esempio, quello che ha proposto il Trento nel primo tempo, quando di è visto un gioco degno di tale nome e una forte identità della squadra che si è fusa con quella del suo mister.
La sentenza
Mister Colombo è amato da tutti i tifosi per quello che ha rappresentato per la Pro Patria, ma anche per la persona che è, per il suo stile, per la sua educazione e fa male a tutti muovergli una critica. In questi due campionati ha goduto di una “kasko” della quale molti altri allenatori non hanno avuto modo di avere, o forse solo di meritarsi. Crediamo però che nel suo percorso di crescita anche le critiche possano essere un motivo di miglioramento a suo beneficio. Mister Colombo è genuino, sembra uno di noi, sembra ancora più giocatore che allenatore e la transizione non è semplice per nessuno. Da un lato è agevolata perchè l’ambiente è protettivo nei suoi confronti, nello spogliatoio forse è un limite, visto che potrebbe essere visto come quello che non è più. Ieri, un tifoso storico della Pro Patria, uno senza peli sulla lingua e con in testa il cappello degli alpini ( virtualmente) gli urlava di usare solo il bastone e non la carota. Un modo per dire che la percezione del mister è di uomo troppo bravo e troppo a modo per un ruolo che richiede cazzimma. Comandare, fare scelte, essere leader impone di essere antipatici a qualcuno, è la legge della leadership. Impone di non giustificare sempre e comunque tutto e tutti solo per paura di perdere popolarità all’interno del gruppo o dover gestire gli scontenti. Questo però è il passaggio principale di chi è chiamato a passare dall’operativo allo strategico. La sentenza è rimandata, ma nel futuro periodo di osservazione ci si aspetta un allenatore più ruvido, spigoloso quando serve e meno giustificativo verso prestazioni che se accettate e archiviate come mezze positive, quando sono totalmente negative, potrebbero far nascere l’ idea che manchi quello che non può mancare nel dna di un allenatore: l’ambizione.
Flavio Vergani