Il pagellone del primo quadrimestre

Rovida: 6

Il rendimento del giovane numero uno tigrotto è in linea di galleggiamento con la sufficienza anche se, rispetto allo scorso campionato, non si ricordano pari “miracoli” ma qualche incertezza in più. Il mancato turn over che da sempre si usava in casa Pro Patria gli toglie lo stimolo della concorrenza e fa capire anche come poco si sia investito nel ruolo di secondo portiere.

Alcibiade: 6,5

L’unico acquisto rivelatosi determinante della campagna acquisti estiva. Esperienza da vendere e carattere da combattente, anche se da lui ci si aspettava più leadership

Cavalli: 5,5

Delusione totale per un giocatore d’esperienza proveniente da una promossa in serie B. Piace poco in campo e per qualche atteggiamento verso i tifosi poco simpatico.

Bashi: 6,5

Bellissima sorpresa che ha diluito le delusioni patite in questo 2024. Un ragazzo nato adulto del quale sentiremo parlare in futuro su altri palcoscenici

Sassaro: 6

Altra bella sorpresa che ha saputo sfruttare l’occasione di una coperta nata corta e diventata di taglia super small

Somma: 5,5

Impegno massimo, buon miglioramento nell’ultimo periodo, ma ancora acerbo per un ruolo da protagonista.

Renault: 5,5

Era meglio l’altro, ma va bene anche questo, vista la povertà di esterni nel ruolo, anche se le prestazioni non sono mai state indimenticabili.

Piran: 6,5

Da panchinaro fisso lo scorso campionato a titolare inamovibile in questo. Forse qualcosa si è perso prima per scoprirlo adesso. Meglio tardi che mai.

Nicco: 6,5

Per fortuna c’è almeno lui che porta tanta quantità e un po’ di qualità, Com’era quella storia del si sa cosa si lascia, ma non cosa si trova?

Mehic: 5,5

In Coppa Italia aveva rubato l’occhio, poi un declino inaspettato per questo ragazzo dal fisico imponente ma dal carattere forse troppo timido per certi palcoscenici. Qualche assist si, troppi goal sbagliati no.

Citterio: 6

Una sufficienza di stima per un ragazzo da sempre utilizzato negli ultimi sprazzi di partita. Il ragazzo garantisce sempre impegno e grinta e questo va premiato.

Palazzi: 5

Quando gioca (quasi mai) fa la stessa cosa di quando non gioca ( quasi sempre). Fa rimpiangere l’ultimo Bertoni. Cosa aggiungere di più? Si è visto il suo valore solo col Padova, troppo poco.

Mallamo: 5,5

Un presunto talento che si è perso nella nebbia con prestazioni un po’ di qua e un po’ di là dalla sufficienza. Troppo poco per uno come lui.

Ferri: 6

La sensazione è quella di un fiore mai sbocciato, anche se dal profumo inebriante. Un ferro ossidato più che un Ferri brillante come visto in altre occasioni. Che la colpa non sia tutta sua?

Pitou: 5,5

Sarebbe un cinque pieno se non ci avesse deliziato con quei colpi di classe che a Busto non si vedono più da quando i vari Santana, Fietta e Le Noci ( non) sono stati sostituiti da mestieranti della corsa e dell’agonismo a tutti i costi. Però, c’è un però, ossia che se pretendi un modulo tagliato su misura per le tue caratteristiche poi devi incidere pesantemente. Vanno bene gli applausi durante lo spettacolo, ma servono anche quelli a fine show che non sono mai arrivati.

Toci: 5,5

Ha i numeri? Si, forse non da prima punta. Si impegna? Si, moltissimo. Mancano i goals e questo fa la differenza.

Terrani: 5,5

Elemento di esperienza con i piedi buoni che è andato a corrente alternata. Qualche buona mezza partita, mai intera, ma la media piange e il valore aggiunto non si percepisce. Ci si asepttava un Terrani diverso da quello conosciuto in giuoventù, invece è sempre lui con qualche anno in più e uno stipendio diverso. Questo dovrebbe fare la differenza, se non si è in grado di garantirla, beh…ci sono altre soluzioni.

Beretta: 5,5

I goal li ha garantiti rispetto ai minuti giocati, ma anche rigori sbagliati e troppe assenze. Ovviamente, da uno come lui ci si aspetta molto di più, ma non serviva la laurea ad Oxford per immaginarsi quello che poi è accaduto. Mio nonno diceva che chi meno spende…più spende.

Curatolo: 5,5

Un goal fatto è tanta roba, vista la media, ma il resto non è stato indimenticabile. Un ragazzo con esperienza di categoria dovrebbe garantire un rendimento diverso. Colpa del ruolo? O della squadra? Suo papà vota per la seconda, ma prima di dare colpe…le proprie?

Mister Colombo: 5

Gioco assente, risultati pure. Da Febbraio a Dicembre vince due partite in casa, peggior attacco da sempre, peggiora la performance dello scorso anno quando aveva la kasko del noviziato. Ha due alibi: una rosa notevolmente peggiorata in termini di qualità e quantità e gli infortuni da record.

Staff sanitario: ?

Ottanta giornate di assenze per infortunio ( Lombardoni 20-Travaglini 15-Renault 15-Vaglica 11-Citterio 10-Palazzi 8) che salgono a 99 giornate se si estende ad oggi il periodo di valutazione. Sfortuna? Giocatori acquistati o confermati con alto rischio di infortunio? Campo di allenamento non adeguato? Oppure, metodi di preparazione fisica non ottimali o terapie di recupero non vincenti. Sceglietene una e date voi un voto a questa area che si sta rivelando incidente sulla stagione tigrotta.

Direttor Sportivo Turotti: 5

Inutile ripetere le lodi che merita questo uomo che a Busto fa molto di più rispetto al job-title. Un po’ come quello che faceva il buon Ramella. Ossia, professionisti a tutto tondo che sanno gestire la loro area di competenza, ma anche estendere il loro carisma professionale in tutto quanto gli sta vicino con benefici inenarrabili. Però sono uomini fallibili anche loro e davvero non comprendiamo come qualcuno/a equipari una critica a loro rivolta come una bestemmia che merita l’inferno. Il balance della campagna acquisti tigrotta è fortemente negativo in termini qualitativi, forse in positivo in quello economico, ma qui si parla di altro. Chi è arrivato, Alcibiade a parte, non vale chi è andato via e qualche conferma lascia molto dubbiosi ( Lombardoni, Somma, Curatolo). La probabile conferma di Mister Colombo sembra essere il canto del “mea culpa” del Direttore che per la prima volta è costretto a ricorrere massicciamente al mercato invernale per mettere una pezza ad un vestito nato fuori misura per le ambizioni societarie. Un motivo ci sarà. La stima rimane invariata, ma l’onestà intellettuale dovrebbe autorizzare a scrivere quello che si pensa e non solo dirlo ad amici e parenti nascondendosi dietro un dito. L’alibi? Un budget inferiore? Se così fosse, l’insufficienza andrebbe condivisa con la società.

Flavio Vergani

 

 

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