Bianco o…blu scuro?

Il trittico di incontri che hanno impegnato i nostri ragazzi la settimana appena conclusa ha semplicemente dato conferma delle difficoltà avute fino ad oggi sia in termini realizzativi sia in termini di tenuta atletica con amnesie talvolta gravi come quelle riscontrate in modo evidente durante l’incontro con l’Atalanta-young che con entusiasmo assolutamente smodato ha fatto sua la posta a disposizione che al contrario sarebbe stata determinante per garantirci, con maggiore sicurezza, la possibilità di giocare i play-out in questo momento ancora a rischio di disputa per la nota differenza in termini di punti di differenza.

Innegabile riscontrare altresì che le ultime partite hanno evidenziato un particolare impegno prestazionale da parte dei nostri avversari di turno quasi che i punti in palio fossero essenziali ai fini della loro classifica e costituire importante vanto da esibire quello di uscire senza sconfitta dal “temuto” catino dello Speroni.

Nel contempo occorre riconoscere ad Atalanta ed Alcione una migliore organizzazione di gioco ed, in alcuni casi, anche una migliore tecnica individuale di alcuni interpreti che ha messo a nudo le carenze strutturali della nostra squadra priva di schemi accettabili ed approssimativa nel proporre azioni offensive che potessero avere qualche possibilità di costituire conclusioni pericolose per la porta avversaria.

Sintomatica della rassegnazione della tifoseria la evidente apatia che, salvo alcuni momenti, ormai ci pervade e dove il risultato negativo costituisce qualcosa di ineluttabile ed il gusto di poter gioire, per vedere un nostro ragazzo gonfiare la rete avversaria deve essere centellinato come vino d’annata da assaporare intensamente in quanto evento non frequente.

In sintesi siamo riusciti a fare diventare “normale e scontata” una situazione ed una mancata evoluzione di un trend non accettabile ed ammissibile con un fatalismo ormai consolidato senza probabilità di essere scalfito nemmeno con un diamante.

Le due ultime opportunità casalinghe erano assolutamente da sfruttare con prestazioni convinte ed applicazione della tanto conclamata “ferocia agonistica” della quale si é avuto parziale traccia contro i nerazzurri orobici rivelandosi anche un boomerang a fine partita (vero Alcibiade!!) e della quale invece non si é avuto riscontro in quanto forse si é dispersa nel vento, sicuramente condizionante, ma certamente non unico alibi per un deludente risultato in bianco.

Non possiamo sempre contare su episodi che caratterizzano in negativo prestazioni e risultati delle nostre dirette concorrenti in quanto questa politica si potrebbe rivelare costruttiva solo in presenza di nostri incrementi concreti in termini di reti realizzate e conseguentemente aggiunta di punti in classifica mentre, per la nostra squadra, non abbiamo traccia di miglioramenti significativi sotto alcun aspetto né realizzativo né prestazionale.

Anche le dichiarazioni del nostro responsabile tecnico, che dimostra sicuramente capacità di analisi ma anche altrettante difficoltà a trovare soluzioni che possano risolvere la cronica anemia realizzativa, durante gli incontri in sala stampa, cerca di giustificare quanto era in progetto di esecuzione e quanto al contrario non realizzato sul campo, snocciolando problematiche legate a situazioni fisiche e mentali retaggio di vecchio archivio storico.

Risulta quindi oltremodo difficile argomentare, su un piano oggettivo, in merito alle prospettive che ci riservano gli ultimi decisivi confronti in quanto non ritengo che possa essere modificato quanto dimostrato fino ad oggi trovando improvvisamente una significativa vena realizzativa corroborata da una assoluta impermeabilità difensiva.

Sarebbe veramente auspicabile ritrovare nei ragazzi la rabbia agonistica, il senso di appartenenza, l’orgoglio di rappresentare una società storica per dimostrare che la posizione di classifica é semplicemente bugiarda e condizionata solo da eventi negativi, derivati a monte anche dalla costruzione di un organico in parte non attrezzato ad affrontare la categoria.

“Spes ultima dea” recitavano quando a Roma non esisteva ancora il derby calcistico e quindi é solamente il momento di dimostrare con FATTI quanto si é rivelato, fino ad oggi, solo argomento di buoni propositi ed obiettivi non realizzati.

Dare per scontata la rassegnazione non é mai stato il credo di chi ha indossato questa maglia bensì quello di Combattere per esistere ancora dove siamo oggi.

Sandro Lupidi

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