Questa volta anche il dr Esculapio ha dovuto essere importunato per giustificare la sconfortante esibizione della nostra squadra messa in soggezione ed, in alcune fasi, in completa confusione mentale ed organizzativa di fronte alle manovre avvolgenti di una Alessandria presentatasi allo Speroni dopo un primo tempo di assenza in versione Real grigio.
Le solite poche occasioni, tutte concentrate nella prima frazione di gioco, metodicamente non concretizzate compresa quella definita, come assolutamente ineguagliabile in termini di potenziale produttività, quale il penalty.
Sono ricomparsi i consueti, endemici e sistematici difetti, non solo attribuibili ad un uso di antibiotico scarsamente attivo, con assoluta mancanza di qualunque tentativo di costruzione razionale di gioco affidata ancora una volta unicamente a consolidati lunghi lanci verso l’ipotetica prima punta, regolarmente soffocata e limitata facilmente dalla difesa avversaria per mancanza di supporto e dialogo possibile con centrocampisti od esterni sempre puntualmente in ritardo nei tentativi di ripartenza e più preoccupati di garantire la copertura difensiva.
Riscontrato in modo evidente un certo affanno nella impostazione durante i tentativi di disimpegno nelle fasi di ripresa del gioco con palloni spesso rinviati in modo approssimativo e preda immediata dei centrocampisti ospiti pronti ad innescare rapidamente azioni offensive.
Presa coscienza che il materiale umano oggi a disposizione possiede caratteristiche ormai evidenti e limiti caratteriali e fisici ben definiti, la realtà, figlia di quanto avvenuto nelle giornate di campionato poste in archivio, imporrebbe almeno un tentativo di modifica dell’assetto dello schieramento privilegiando in alcune occasioni un atteggiamento maggiormente propositivo in fase offensiva, non affidandoci esclusivamente a tentativi di ripartenza, spesso abortiti fin dall’origine, ma anche alla partecipazione più consistente del centrocampo con utilizzo di un giocatore tecnico a supporto delle due punte designate.
Considerando tuttavia la filosofia tattica del nostro responsabile tecnico temo che questa sia una “vox clamans in deserto” e come tale pura aria fritta da mettere a contorno della costata consumata a pranzo.
Ho sempre poco stimato gli Ignavi, tutti destinati dal poeta ad occupare il Limbo, ovvero coloro così poco malvagi o perfidi per finire all’Inferno o buoni sì, ma non troppo, per meritarsi il Paradiso.
Sembra, alla luce di quanto racconta la storia recente dei nostri incontri allo Speroni, che le squadre ospiti abbiano assoluta impazienza di incontrarci in tale sede in quanto tacita garanzia di raccolta punti e che tutto avvenga sotto la direzione di un regista alieno che abbia redatto un copione ormai monocorde con scarsa fantasia e senza possibilità di sorprese finali, riservando a noi, emotivamente coinvolti, la solita uscita con ripartita dose di rabbia, delusione e sopra tutto rimpianto per i tanti punti buttati che ci avrebbero garantito ad oggi una posizione di assoluta tranquillità con vista ai piani alti dei play-off.
Ovviamente come tifosi non possiamo avere peso nelle decisioni sia tecniche sia della società che ci permette ancora con riconosciuto sacrificio di avere ancora una squadra nella categoria, ma il diritto alla osservazione critica e lo scontento per prestazioni ed esiti finali preoccupanti ritengo non ci possano essere negati.
Non possiamo sempre fare affidamento su mancanze di risultati o prestazioni negative di altri in quanto tutto questo presenta una grossa percentuale di rischio e quindi occorre tesaurizzare al massimo le risorse a nostra disposizione per non vivere fino alla fine ai margini della zona rossa con tutto il bagaglio di ansie e negatività connesse a tale situazione psicologica.
Ricordiamoci sempre che con la presente assegnazione dei punti la divisione degli stessi non deve essere il fine iniziale da perseguire ma solamente il risultato finale da subire per esclusivi meriti posti sul piatto dagli avversari.
Nessuna squadra che andremo ad incontrare
deve rappresentare una fortezza inespugnabile prima di ancora di scendere in campo perchè qualunque sistema di difesa ha sempre un punto debole e se il ponte levatoio non é scalfibile la porticina di servizio laterale é aperta in quanto il custode ha dimenticato le chiavi.
Il girone di andata volge al termine e “chi ha tempo non aspetti tempo” in quanto, a causa del grande equilibrio imperante ancora oggi nel nostro girone, la classifica risulta ancora molto compressa e come tale le differenze di punti rispetto alle squadre che ci precedono hanno dimensioni sanabili ovviamente a patto comunque di iniziare decisamente ad essere più concreti ed a trasformare le promesse da spogliatoio in realtà tangibili dove ogni prossimo incontro dovrà essere occasione di raccolta punti da rubricare al più presto.
Potrebbe anche essere una forma forse infantile ma redditizia mentalmente quella di stabilire ad ogni passo come obiettivo il raggiungere in termini di classifica la squadra che in quel momento ci precede scommettendo in qualche modo sulle proprie capacità di riuscita ed incrementando quindi gli stimoli a raggiungere quanto programmato.
In conclusione l’unico virus che concedo possa serpeggiare tra le fila biancoblù deve essere quello della “voglia di essere ciò che possiamo essere” contro cui non esisterà mai vaccino!!
Sandro Lupidi