La Pro Patria pareggia per l’undicesima volta in diciotto partite una gara che poteva e doveva essere solo vinta. I locali sono rimasti in dieci alla mezz’ora del primo tempo per l’espulsione di Malotti, ma i tigrotti di Mister X non hanno saputo approfittare, se non parzialmente, della situazione. Nicco disfa e Nicco fa, visto che i locali erano passati in vantaggio con un goal di Iori causato proprio da un errato disimpegno del capitano tigrotto, che poi si è riscattato pareggiando la partita con un tiro da fuori area. Pro Patria che ha prodotto molte azioni da rete, alcune della quali sprecate in maniera incredibile da Mehic e Pitou che, praticamente a distanza zero dalla linea di porta, sono riusciti nell’impresa di non mettere la palla nel sacco. In altre occasioni, come quelle capitate a Toci, il portiere locale ha effettuato interventi miracolosi, ma lo ha anche Rovida a una manciata di minuti dal termine. I portieri fanno quello di lavoro. Infine, in altre situazioni, è mancato il killer instinct degli avanti tigrotti che hanno di fatto permesso ai bresciani di portarsi a casa un pareggio che suona per loro come una vittoria. Sarà l’ennesima settimana dei rimpianti per quello che poteva essere e non è stato, qualcuno giustificherà il risultato con le solite mille scusanti, ma rimane il fatto che questa Pro Patria viaggia ad una velocità ridotta rispetto a quella del girone di andata dello scorso anno, che, come tutti ricorderanno, non era certamente da berlina sportiva. Al peggio non c’è mai fine e quest’anno si è sulla strada per battere quel record negativo spiegato e giustificato lo scorso campionato dall’inesperienza dell’allenatore, da qualche infortunio di troppo e da una squadra che doveva maturare. Passato un anno, l’allenatore è maturato, qualche giovane anche, ma il risultato è peggiorato. Forse, migliorato è il conto economico che ha capitalizzato vendite importanti senza pareggiarle con ingaggi di pari valore, ma certamente non la qualità di una rosa che fatica a segnare a porta vuota, fatica a vincere una partita dopo otto giornate di digiuno affrontando una squadra non di prima fascia e in inferiorità numerica. Intanto, continua la serie di infortuni intermittenti ( Palazzi, che una ne gioca e due ne salta) e oggi Ferri, uscito nel primo tempo. Insomma, niente di nuovo su questi schermi, accontentiamoci del pareggio, la famosa zuppa e cipolla che tanto piace all’Alberto Brambilla, sperando che non ci si accorga che nemmeno questa sarà garantita nel prossimo futuro, visto che la classifica piange da troppo tempo senza che si ricorra alla soluzione più semplice ( anche se un filino costosa, ma questo è il calcio)per cercare di strambare da una rotta che sembra avere chiaro il porto di approdo.
Flavio Vergani