Condividiamo con piacere il contributo di Gigi Farioli che ha scelto di regalarci una sua riflessione su quanto vissuto al cinema Lux, in occasione della presentazione del cortometraggio “389 volte Pippo”.
Grazie a Gigi per il contributo!
Volo D’Angelo dal Lux al Citta’ di Meda. Settimana ricca di emozioni, ricordi, suggestioni e concreti buoni auspici quella appena trascorsa per le tigri bustocche.
Dopo un mercoledì sera in cui per dirla con Giovanni Castiglioni un numero primo difettivo si è ben coniugato con la storia di Pippo Taglioretti e della “nostra” Pro.
Dopo un mercoledì sera, in cui parole, immagini ed emozioni si sono incrociate con attimi di nostalgia e non dissimulata melanconia per il passato, ma anche con la significativa presenza, insieme con rappresentanze delle vecchie glorie anche dei “giovani” tigrotti della Pro contemporanea.
Perché, senza indulgere ad eccessiva retorica ne’ cedere alla tentazione di un eccesso di nostalgia per un passato che non ritorna, un filo rosso (come le seconde maglie della Pro indossate a Meda) è plasticamente emerso prima nelle parole di Riccardo Colombo, concittadino fagnanese del recordman Pippo, protagonista del documentario nella doppia veste di giovane aspirante e poi professionista affermato con gli stessi colori, poi nella massiccia presenza dei giovani tigrotti di oggi. E ancor di più, a me piace leggerlo così, nello spirito determinato e mai domo dei tigrotti con il Renate.
Forse che ciò rappresenti la maturata consapevolezza di far parte di una storia ultracentenaria che, pur risentendo necessariamente della mutevolezza dei contesti e delle dinamiche socioeconomiche della contemporaneità, vive anche di altrettanto necessaria fedeltà ad una tradizione?! Che si trasmette attraverso esempi, testimoni e testimonianze (come quelle di Pippo Taglioretti e dei molti protagonisti del documentario di D’Angelo e Tognola, e dei presenti al Lux) ma anche attraverso la fatica, la passione, il sacrificio in palestra e sul campo degli atleti guidati da Colombo e Turotti.
Parafrasando le parole del presidente onorario Centenaro che invocava un “irrazionale” e “provvidenziale” spirito nell’accompagnare la maglia biancoblu col nome Francesco sulle spalle del Papa, immortalata da una effigie ormai iconica presente anch’essa nel documentario, mi piace vedere un altro ideale “Volo d’angelo” tra il goal evocato di Taglioretti alla Lazio con le realizzazioni di Moretti (anch’egli terzino e alle prime reti da prof ) che hanno garantito il bottino pieno col Renate. Ma la realtà urge. Adesso spetta anche agli appassionati e ai tifosi, abbandonando gli antistorici rimpianti di un passato che non ritorna, accompagnare con rinnovato ardore e presenza i biancoblu di oggi.
A cominciare proprio da oggi col Trento allo Speroni. O magari, per chi non potesse proprio, anche grazie a Sky. Il modo migliore e più degno di omaggiare una storia. Esserne degno. E passarne il testimone ai più giovani. Forza Tigri! Nel nome di un presente. E di una storia che continuano. Alla faccia della melanconia.
Gigi Farioli
